febbraio 2010


L’alluvione che il primo Ottobre scorso ha colpito la provincia di Messina ha causato ingenti danni alla popolazione e, purtroppo, anche diverse vittime che sono state sorprese da un fiume di fango che ha travolto le loro vite.
Il clamore suscitato nelle prime ore, ha destato una vasta ondata di interesse pubblico per le vicende di quei territori; tuttavia, come spesso purtroppo avviene in questi casi, la vicenda è caduta lentamente nell’oblio generale e la macchina della solidarietà si è fermata.
Oggi, purtroppo, giungono nuovamente notizie dalla provincia di Messina: nuove e copiose piogge stanno mettendo in grave difficoltà alcuni comuni, complicando la situazione nei territori già precedentemente colpiti rallentando così le operazioni di messa in sicurezza del territorio.
L’associazione socio-culturale “Laboratorio Democratico” ha istituito una raccolta fondi su tutto il territorio misilmerese in favore del comune di Scaletta Zanclea che, insieme alla frazione del comune di Messina Giampilieri e il comune di Itala, ha avuto un alto numero di vittime e danni per svariati milioni di euro.
La raccolta è stata autorizzata dal sindaco di Scaletta Zanclea (prot. n.9634 del 23/12/2009) ed è articolata in tre momenti diversi:
-il primo (già in corso da qualche settimana) è volto a richiedere un contributo a tutte le associazioni, confraternite religiose, gruppi sportivi, cooperative sociali, scuole, comitati e gruppi informali che vogliano donare liberamente qualcosa per questa causa.
-il secondo è invece previsto per la libera donazione presso tre “punti donazione” ubicati nel territorio misilmerese:
“Paper Shop” di La Lia viale Europa n.410;
“CGIL” Corso Vittorio Emanuele n.166
la “Macelleria Cottone” di Piazza XII Gennaio presso la frazione di Portella di Mare.
– il terzo momento sarà costituito dall’allestimento di un gazebo in Pi
azza Comitato 1860 aperto alla libera donazione, che si terrà orientativamente intorno alla prima metà di Marzo e segnerà la conclusione della raccolta.
I fondi raccolti saranno devoluti al comune di Scaletta Zanclea sotto forma di beni o servizi secondo il bisogno segnalatoci dal Sindaco dott. Mario Briguglio, la nostra associazione visiterà i luoghi colpiti dall’alluvione e consegnerà il dono che i misilmeresi avranno voluto fare agli amici di Scaletta Zanclea, contestualmente sarà consegnato un elenco dei gruppi che hanno contribuito alla raccolta.
Siamo convinti della generosità di tutte le associazioni e i gruppi presenti sul territorio, come siamo altresì convinti della generosità di tutti i misilmeresi ampiamente dimostrata in altre occasioni …
siamo sicuri che Misilmeri potrà fare tanto per questa nobile causa.
Chiunque volesse maggiori informazioni o volesse suggerirci qualcosa può scrivere al nostro indirizzo di posta elettronica lab.democratico@libero.it e potrà seguire l’evolversi dell’iniziativa su http://www.laboratoriodemocratico.it o sulla pagina facebook del Laboratorio Democratico.

Il presidente
Dott. Giuseppe Carbone

Misilmeri ospiterà a partire dal prossimo anno scolastico 2010-2011 una sezione staccata del Liceo scientifico Basile di Palermo.  E’ il frutto della convenzione siglata fra la Provincia il Comune di Misilmeri, che ha ceduto in comodato d’uso gratuito all’amministrazione provinciale i locali dell’ex asilo San Giuseppe nel quartiere San Giuseppe. L’iniziativa è stata presentata a palazzo Comitini dal vice Presidente della Provincia Pietro Alongi, dall’assessore al patrimonio Salvatore Cerra, dal sindaco di Misilmeri Salvatore Badami, dal deputato regionale Gaspare Vitrano, dal direttore dell’assessorato regionale alla pubblica istruzione Patrizia Monterosso, dal Preside del liceo Basile Vito Lo Scrudato, dal vice Presidente del Consiglio provinciale Antonello Tubiolo.  L’istituzione della sezione staccata ha avuto il via libera definitivo da parte del Ministero e dell’Assessorato regionale alla pubblica istruzione, che hanno emanato i rispettivi decreti di attuazione.
L’immobile di circa 400 metri quadrati è costituito dal piano seminterrato e da due elevazioni e fino al 2006 ospitava un asilo nido. La Provincia si impegna adesso ad eseguire i necessari lavori di manutenzione  per rendere l’immobile adeguato alle esigenze scolastiche e dovrà anche farsi carico delle utenze telefoniche, elettriche e di combustibile.
”Siamo di fronte – sottolinea il Presidente Giovanni Avanti – ad un ottimo esempio di sinergia fra istituzioni, Provincia,Comune e Regione, che hanno permesso in tempi brevi l’apertura della sezione, grazie alla disponibilità del Comune che ci ha messo a disposizione l’immobile. Un risultato significativo, frutto dell’attenzione e del rapporto costante che la Provincia ha instaurato con il territorio”.  Nei prossimi giorni, come ha assicurato l’assessore Cerra, avverrà un sopralluogo da parte dei tecnici della Provincia per mettere a punto gli interventi necessari a rendere idonei i locali. Patrizia Monterosso ha ricordato invece “come si tratta di uno dei pochissimi indirizzi a livello nazionale che è stato attivato”, mentre il sindaco Badami ha sottolineato “il forte impegno da parte dell’amministrazione comunale per arrivare all’istituzione della sezione staccata che per Misilmeri rappresenta una svolta significativa nel settore scolastico”.

Fonte: Sito Provincia di Palermo

La linea Palermo-Corleone-San Carlo è stata la prima linea a scartamento ridotto ad essere costruita in Sicilia. I primi progetti di una rete ferroviaria siciliana nacquero allo scopo di realizzare un sistema di collegamento tra l’interno, privo di una qualsiasi rete viaria, e la costa. Le rotte navali costituivano infatti l’unica via possibile di comunicazione e commercio sia con gli altri centri dell’Isola che con il resto del mondo. Una ferrovia, ancor piccola, costituiva un formidabile mezzo, a quel tempo, per la commercializzazione delle risorse produttive agricole ma anche minerarie. La lavorazione, la raffinazione e infine la commercializzazione avvenivano infatti lungo la costa e sulla costa arrivavano in senso inverso i prodotti finiti di importazione.
Progetti di costruzioni ferroviarie in Sicilia vennero presentati nel 1859 da società a capitali belgi e negli anni seguenti anche inglesi e francesi attratti dal fatto che la mancanza di vie di comunicazione interne rendeva appetibile l’investimento di capitali.
Un progetto concreto di costruzione di una tranvia a vapore a scartamento ridotto di 850 mm, vide la luce nel 1873, ma solo il 15/09/ 1879 il Consiglio provinciale di Palermo ne decise la costruzione ma come ferrovia a scartamento ridotto di 950 mm su progetto dell’ingegnere Achille Albanese.

Nel 1881 nacque un organismo consortile per costruire la ferrovia di Corleone, ma i lavori iniziarono solo dopo che, nel giugno del 1883, venne subconcessa all’imprenditore inglese Robert Trewhella, il costruttore dellaFerrovia Circumetnea.
I lavori di costruzione si svolsero tra il 20/04/1884  e il 20/12/1886 The Sicilian Railways Company Limited of London” fu costituita il 17/02/1887 come “Società Anonima per le Ferrovie Siciliane“.

A partire dal 1889 si cominciò a prospettare l’utilità di un prolungamento sino a Castelvetrano e alla costa sud da dove arrivavano a Palermo i prodotti della pesca ed i vini. L’11/12/1898  ne venne affidata la concessione alla Società Siciliana per le Ferrovie Economiche, che il 21/05/1903 inaugurò la Corleone-San Carlo. Il capolinea provvisorio fu previsto in San Carlo, ultimo centro della Provincia di Palermo; in seguito, dopo il riscatto delle Fs, fu spostato a Burgio.

Nel 1910 la SAFS assorbì anche la prima tratta Palermo-Corleone, ma nel 1916 questa fu posta sotto esercizio governativo e dal 1918 affidata alle Ferrovie dello Stato. Il 30/11/ 1922 la linea intera dalla Stazione S’Erasmo a San Carlo, riscattata dallo Stato, fu data in gestione alle FS. La tratta di collegamento con la linea da Castelvetrano, San Carlo-Sambuca di Sicilia, fu inaugurata il 29 settembre 1928. I primi passeggeri, però, cominciarono ad usufruire del servzio solo il 28 ottobre successivo, 6° anniversario della “Marcia su Roma”.

Fino al 1953 il treno per Corleone e San Carlo partiva dalla Stazione di palermo S’Erasmo e per un lungo periodo fu il mezzo pubblico più utilizzato per collegare il capoluogo con la zona del interno corleonese. La stazione di S. Erasmo era situata vicina alla foce, sulla sponda sinistra, del fiume Oreto. Nell’estate del 1953 il capolinea fu spostato ed arretrato ad Acqua dei Corsari e la stazione venne demolita.

Nel 1950, entrarono in servizio le Automotrici RALn 60 e sostituirono i treni effettuati con Locomotiva a vapore. Il servizio bagagli e merci, non circolando più treni a vapore con vagoni ebbe termine qualche anno dopo. L’introduzione delle automotrici fece registrare un consistente aumento del traffico viaggiatori ma l’arretramento, nel 1953, della Stazione S’Erasmo
La chiusura di tutta la linea venne decretata il 1/02/1959.

IL PERCORSO

Il treno partito dalla stazione di Sant’Erasmo percorreva il litorale tra la via Messina e il Golfo di Palermo con i suoi stabilimenti balneari. Abbandonata poi la costa si inoltrava in salita all’interno fra gli agrumeti per Portella di Mare e la valle dell’Eleuterio. A Misilmeri il paesaggio era già cambiato con i binari fra le coltivazioni di grano. Disceso a fondo valle oltrepassava il fiume Eleuterio percorrendo il Viadotto Mortilli con tredici arcate di 12 metri. Il percorso raggiungeva quindi Villafrati. Da Villafrati il paesaggio era agricolo con terreni a pascolo; in vista del castello di Cefalà Diana, la ferrovia proseguiva in salita verso Godrano volgendo a ovest nella valle del torrente Azziriolo. Dopo la stazione di Godrano, il bosco della Ficuzza con la stazione di Ficuzza; superato il fiume di Fratina, si dirigeva poi alla stazione di Corleone. Da qui proseguiva tra colline coltivate a grano verso la stazione di Contessa Entellina, poi Bisacquino, e in un paesaggio dagli aspetti mutevoli fino a Chiusa Sclafani. Dopo iniziava la discesa verso la valle del Malotempo attraversando una serie di gallerie, per poi congiungersi nei pressi della stazione di San Carlo con la linea proveniente da Castelvetrano. Attraverso un viadotto oltrepassava poi il fiume Sosio e risalendo la valle del Verdura Burgio. arrivava al capolinea della stazione di

STATO ATTUALE DELLA LINEA

Il percorso fino al viadotto Mortilli è praticamente scomparso, poi segue la Strada a scorrimento veloce Palermo – Agrigento. Da Baucina in poi è rintracciabile.

DATI TECNICI

  • Raggio minimo di curvatura 60 m.
  • Massima ascesa 39 per mille (ad aderenza naturale)
  • Lunghezza: km. 112, 29
  • Velocità massime: 30 km orari per treni a vapore e 50 km/h per automotrici RALn 60

MEZZI DI TRAZIONE

Le locomotive che prestarono servizio dalla costruzione erano di costruzione inglese. Le locomotive che prestarono il loro servizio sotto la gestione delle FS a partire dal 1932 e fino alla chiusura della linea furono le locomotive del gruppo R301 e la loro versione a vapore surriscaldato R302.

A seguito della chiusura della linea ferroviaria Trieste Parenzo  intorno al 1930 vennero utilizzate anche alcune locomotive del tipo “P” previa trasformazione dello scartamento da bosniaco (760 mm) a ridotto italiano Palermo Sant’Erasmo. Dette locomotive rimasero in servizio fino alla metà degli anni 50.

A partire dal 1950 vennero impiegate le nuove automotrici a scartamento ridotto Fiat del gruppo RaLn 60


PERCORSO, STAZIONI E FERMATE

BSicon exKBFa.svg 0,00 Palermo Sant’Erasmo              5,00 m s.l.m.
BSicon exHST.svg 4,00 Bandita 6,00 m s.l.m.
BSicon exBHF.svg 6,00 Acqua dei Corsari
5,00 m s.l.m.
BSicon xKRZo.svg
Linee Palermo-Messina e Palermo-Catania
BSicon exBHF.svg 9,00 Villabate
BSicon exHST.svg 10,00 Portella di Mare
BSicon exBHF.svg 16,00 Misilmeri
BSicon exWBRÜCKE.svg
Fiume Eleuterio (Viadotto a 13 arcate)
BSicon exBHF.svg 24,00 Bolognetta
BSicon exHST.svg 28,00 Mulinazzo
BSicon exBHF.svg 31,00 Baucina
BSicon exBHF.svg 35,00 Villafrati
BSicon exWBRÜCKE.svg
Fiume Azziriolo
BSicon exBHF.svg 36,00 Mezzojuso
BSicon exBHF.svg 41,00 Godrano
BSicon exBHF.svg 47,00 Ficuzza
BSicon exTUNNEL1.svg
Galleria dei Gargioli 754 m s.l.m.
BSicon exHST.svg 50,00 Bifarera
BSicon exHST.svg 54,00 Scalilli
BSicon exBHF.svg 62,00 Donna Beatrice
BSicon exBHF.svg 68,00 Corleone 480 m s.l.m.
BSicon exBHF.svg 78,00 Campofiorito
BSicon exBHF.svg 86,00
Contessa Entellina
BSicon exBHF.svg 94,00 Bisacquino
BSicon exBHF.svg 97,00 Chiusa Sclafani
BSicon exTUNNEL2.svg
Galleria
BSicon exTUNNEL2.svg
Galleria
BSicon exABZlg.svg
Linea per Castelvetrano
BSicon exBHF.svg 107,00 San Carlo
BSicon exSTR.svg
Linea per Burgio

“Per lo stabilimento di Termini Imerese il mio sogno è sviluppare auto elettriche, anche di case diverse da Fiat”. Lo ha detto, a margine di un convegno sul tema delle reti locali, il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia.
“Siamo alla vigilia di un Consiglio europeo – ha spiegato Saglia – nel quale la Commissione esprimerà l’importanza di investire soprattutto nell’auto elettrica; il nostro produttore nazionale è più orientato a quelle a metano, ma l’Italia non può restare fuori da questo discorso perché l’Europa va in questa direzione”, ha aggiunto Saglia spiegando che “se ci fossero case automobilistiche interessate a sviluppare l’auto elettrica in Italia sarebbe interessante”.
Per Termini Imerese, ha sottolineato comunque Saglia, “resta un tema logistico, di investimenti per avere una produzione di auto a prezzi competitivi: governo, Fiat e sindacati – ha concluso Saglia – possono essere assieme protagonisti della prima vera riconversione industriale su questo stabilimento”.
Intanto la Cgil chiede di anticipare il tavolo sulla situazione di Termini Imerese previsto per il 5 marzo perché “le bocce non stanno ferme” e quella data ” è troppo in là”. Lo ha detto il segretario generale della sindacato di Corso d’Italia, Guglielmo Epifani, a margine dell’assemblea congressuale in corso alla Bnl.
“Con tutte queste notizie il 5 marzo è troppo in là – ha detto – le bocce non stanno ferme, bisogna riprenderlo per i capelli”. Alla domanda se sia necessario riportare il tavolo dallo Sviluppo economico a Palazzo Chigi, Epifani ha risposto: “Noi pensiamo che in ogni caso bisogna tornare a Palazzo Chigi, alla sede politica”.

Tratto dal sito www.gds.it

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